Il 26 granata dopo la partita contro la Lazio ha perso il posto da titolare fisso e ora è la quarta scelta davanti
Ciryl Ngonge approdato sotto la Mole quest’estate, ora si trova sempre più in fondo alle gerarchie imposte proprio da colui che ci ha creduto fortemente. Con Baroni alla guida dell’Hellas Verona, infatti il belga è definitivamente esploso attirando anche l’attenzione delle grandi squadre, tra cui il Napoli che lo acquistò in quella stessa stagione (’23/’24). Il calciatore non ha però reso le aspettative, lasciando i partenopei e approdando a Torino, dove Baroni rappresenta la sua possibilità di rinascere.
La gara di Roma il punto di svolta
Dopo le prime 5 partite giocate da titolare in campionato, a eccezione della panchina contro l’Atalanta, il calciatore sembrava oramai sicuro del posto pur non avendo convinto a pieno. Arriva il match dell’Olimpico di Roma, per Baroni rappresenta l’ultima spiaggia mentre per il belga l’ennesima partita flop. La beffa, per così dire, arriva con il gol del momentaneo pareggio di Che Adams che con il suo primo acuto in campionato lancia un forte segnale, che Baroni non può ignorare. Da quel momento il Toro vira sulla soluzione a due punte, che vedrà progressivamente la risalita dello scozzese e lo discesa dell’ex Hellas. Ngonge non riesce a ritagliarsi spazio neanche con l’infortunio di Simeone e le fragilità di Zapata, che ora ormai vicino ai suoi reali livelli, condanna il belga.
Nelle ultime due partite, 15 minuti complessivi
Ad aggravare una situazione già critica, è il recupero di Giovanni Simeone che oramai si è lasciato alle spalle l’infortunio che lo ha tenuto 1 mese lontano dal campo. Nelle ultime due partite contro Milan e Cremonese, il 26 granata è entrato rispettivamente al minuto 84 e 83, collezzionando appena 15 minuti di gioco. La situazione va monitorata di partita in partita ma la sensazione è che il suo minutaggio sia destinato a restare invariato.
