Calciomercato Torino / “Resti solo chi è convinto”, dicono Cairo e Vagnati: ma cambiare volto al Toro, a gennaio, sarà difficile. Ecco perché
Il calciomercato di gennaio si avvicina e porterà (forse) uno scossone. Almeno nelle intenzioni. Il presidente Urbano Cairo e il direttore sportivo Davide Vagnati hanno di fatto aperto le porte a una mezza rivoluzione. “Chi non è convinto può anche andarsene”: questo, in soldoni, il mantra che da una settimana i vertici del Torino hanno sdoganato. Dapprima lo aveva fatto il patron, parlando dopo la sconfitta contro l’Udinese, poi lo ha ribadito il dirigente nell’imminenza del calcio d’inizio della sfida contro la Roma. Eppure bisogna fare i conti con la realtà: cambiare volto alla squadra, nella sessione invernale, sarà complicato.
Sirigu, Izzo, Nkoulou e gli altri casi spinosi
Dal 4 gennaio, i granata avranno un mese per risolvere diverse questioni spinose. In primis quella di Salvatore Sirigu, che potrebbe partire (se ne parlava su queste pagine) come avrebbe dovuto fare nella finestra estiva, prima che Vagnati e Giampaolo lo convincessero a restare. E vi sono dossier scottanti tanto quanto quello del portiere: da Izzo, rimasto al Toro solo per mancanza di offerte, a Millico, passando per Edera e Nkoulou, che ha un contratto a scadenza giugno 2021 e difficilmente rinnoverà.
Sia chiaro: per nessuno di questi l’addio è certo. Anzi. Perché appunto il contesto in cui opereranno Cairo e Vagnati sarà avverso ancor più che nel precedente calciomercato. Poca liquidità, poche certezze sul futuro: saranno mosche bianche, le società pronte a fare investimenti ingenti nel bel mezzo di una stagione che, per molti, è interlocutoria. E dunque innanzitutto sarà difficile trovare qualcuno disposto ad acquistare quei giocatori che, al Torino, faranno presente di voler salutare. Poi inevitabilmente si correrà il rischio di svenderli.
Cairo e Vagnati aprono agli addii. Ma c’è anche l’incognita allenatore
Infine, ci sono altri due aspetti da considerare. Profondamente legati. Per rinforzare, con acquisti mirati, un Torino nel baratro – ultimo in classifica con 6 punti in 12 giornate – occorrerà un mezzo miracolo: soprattutto se le cessioni eccellenti non dovessero andare in porto. Si prospetta una sessione poco movimentata, mentre i granata avrebbero bisogno di cambiare volto all’organico. Un bel guaio.
E a questo potrebbe aggiungersi un’altra incognita: il cambio di allenatore. Qualora Giampaolo non svolti nelle prossime due (Bologna in casa, Napoli in trasferta) è concreta la possibilità di un ribaltone. Anche un’eventuale sostituzione in panchina avrà delle ripercussioni sul mercato: gli obiettivi sarebbero diversi. C’è un mare di incertezza, se si guarda a gennaio. Sperare nella rivoluzione rischia di essere un vano proposito per il 2021.
la rivoluzione si fà solo facendo “cadere” il re, il despota, l’usurpatore, il dittatore… il RATTOpantegana di masio insomma, l’altra opzione è NESSUN tifoso a questa “società” lasciamo il re nudo e solo!!! Io sono nato Granata e morirò Granata e cairo e questa società NON mi rappresentano, punto!
cairo vattene
Boh, non è che poi con questo liberi tutti se ne va l’unico che ha mercato?