La Primavera del Torino sarà allenata anche nelle prossime due stagioni da Scurto: i risultati e la valorizzazione dei giovani hanno convinto
Continuità è la parola d’ordine che il Toro sta cercando di inserire nel proprio vocabolario quotidiano. Non solo per quanto riguarda i risultati in campo, ma e soprattutto sul fronte progetti. Tra quelli che stanno vedendo segnali in questo senso, c’è la Primavera. Dopo un anno positvo all’insegna del rilancio, la società ha infatti confermato Giuseppe Scurto fino al 2025. Un buon punto di partenza per mantenere salda l’ossatura venutasi a creare.
Toro Primavera, annata positiva sotto tutti i punti di vista
Conquistare i playoff, raggiungendo la semifinale è stato un buon modo per centrare gli obiettivi stagionali preposti e, alla fine, il rinnovo è arrivato. Una notizia che era nell’aria e che ha avuto conferma negli scorsi giorni, confermando la volontà di proseguire sulla falsariga della stagione appena conclusa.
Scurto e il rilancio dei giovani
Oltre a Scurto, restano infatti diversi giocatori già presenti lo scorso anno, a cui si aggiungerà qualche innesto per completare la rosa. Alcuni, come N’Guessan e Dembelè, potrebbero invece seguire le orme di Gineitis, aggregato alla Prima squadra dopo il ritiro estivo. Altro segnale del lavoro svolto dal tecnico ex Roma e dalla possibilità di dare concretamente un valore al settore giovanile granata.
Ma tu hai mai pedalato fino a Vercelli a vedere la Primavera, oppure ti sei sempre trincerato dietro alla scusa che a te il bigliettaio del treno chiede titolo di viaggio doppio, uno per eddy03 e l’altro per 03ebasta?
Per quanto mi riguarda, il rinnovo di Scurto è un errore. Ci servono allenatori che insegnano ai giovani il calcio che si gioca oggi in Europa, non quello che si gioca a Taranto con Eziolino Capuano. Scurto condivide purtroppo con il vate di Taranto la passione per lo schieramento a… Leggi il resto »
Apprezzo la discussione, ma dissento. Ai giovani si devono insegnare, come fa Scurto, le cose semplici anziche’ impostarli come Mbappe’ (cioe’ un giocatore come ne nasce uno su 50.000). Un po’ come dare lezioni di violino a un bambino cominciando subito a fargli suonare Paganini senza che neanche sappia solfeggiare.
I risultati ci sono stati, nulla da dire. Arrivare 2° in classifica, guadagnarsi i playoff con largo anticipo, significa aver fatto bene Come gioco non mi ha convinto. E visto che parliamo di primavera, di giovani, non sono un ipocrita a dire che la classifica non conta (palle !! sai… Leggi il resto »