Il non-mercato come scelta: Europa e spazio ai giovani, o sarà stato inutile

Una rosa numericamente limitata, quella del Torino, chiamato a raggiungere l’obiettivo e anche a lanciare giovani: il vivaio ha gioielli da mettere in vetrina

Venti giocatori, di cui tre portieri: questo è il Toro che dovrà fare gli straordinari per una rincorsa europea complicatasi ulteriormente dopo i risultati di Coppa Italia. Questo è il Toro che ha scelto di rinunciare al mercato per non alimentare il malcontento della rosa e per accontentare l’allenatore. Venti giocatori e qualche giovane in orbita della Prima squadra, come Damascan che fa la spola, come Erick Ferigra che si allena stabilmente con Mazzarri, o come Vincenzo Millico che a fronte di una stagione straordinaria da qui alla fine dell’anno sarà spesso al seguito dei ‘grandi’.  Nulla di più, nulla di meno rispetto a quanto annunciato da direttore sportivo e presidente nell’ultimo mese. Qualche colpo in prospettiva, giocatori che in una prima fase partiranno dalla Primavera, come l’ex blaugrana Alejandro Marcos o Wilfried Stephane Singo, entrambi 2000.

Venti giocatori per scelta consapevole, quella che dovrebbe vietare da qui alla fine del campionato – per esempio – di fare qualunque riferimento ad eventuali assenze dovute ad infortuni o squalifiche. Affidarsi ad una rosa numericamente limitata vuol dire anche essere coscienti del rischio di ritrovarsi a gestire situazioni di emergenza: meglio non dimenticarlo.

Come è bene tenere a mente quanto siano preziose le risorse che ogni società possiede senza il bisogno di spendere chissà quali cifre. Il Toro ha nel suo vivaio, i risultati della Primavera lo dimostrano, gioielli da mettere in vetrina, ragazzi sui quali puntare. E allora ben venga la scelta di sfoltire e seguire una precisa linea, ma solo se a maggio questo dovesse tradursi nel raggiungimento dell’obiettivo. Nella conquista di un posto in Europa. Oppure nella valorizzazione dei vari Ferigra, Millico, Rauti, Adopo. O, meglio, in tutti e due. Ma se per caso non dovesse accadere né l’una né l’altra cosa, allora sì che qualcuno dovrebbe spiegare che cosa questo Toro voglia fare da grande.