Penna granata in trasferta / L’intervista al presidente della Torinese, Sante Squillace, sulla società nata dalle ceneri della storica “mamma” del Toro
Tempo fa lanciai la provocazione di abbonarsi in massa alla Torinese FC, un modo di protestare contro la gestione del presidente Cairo di questi 15 anni che, checché ne possa dire lui e nonostante continui a darsi un 7, per il Toro gli ultimi tre lustri sono stati umilianti. Quella provocazione scatenò diverse reazioni al limite dell’indignazione, dunque raggiunse lo scopo. Sennonché alcuni giorni fa scopro dai social che il presidente della Torinese FC era in vacanza in Abruzzo. Quale miglior occasione per incontrarlo?
Di professione insegnante di scuola primaria (italiano storia e geografia) ed ex imprenditore titolare di una concessionaria d’auto a Reggio Calabria per 10 anni. Sante Squillace, una volta vinto il concorso sale a Torino a fare l’insegnante e investe il tempo libero nel calcio locale. Da lì gli entra in testa l’idea di diventare presidente di una società di calcio perché le troppe storture a cui assiste nel calcio dilettantistico, lo inducono a passare al timone di comando. Ed eccoci dunque alla Torinese FC. Immagino già i mugugni di alcuni tifosi sulle ragioni che mi spingono a parlare di questa società, ma è che conoscendo le dinamiche del calcio dilettantistico, quello che il club oronero sta portando avanti è qualcosa di miracoloso che potrebbe imbarazzare addirittura una società professionistica come il Torino. Ma come fa un insegnante da solo a sostenere le spese che derivano da una società di calcio, pur se dilettantistica? “Sarà che sono stato imprenditore” dice il presidente Squillace che poi prosegue “e che forse mi so rapportare con loro. Quando le aziende leggono il mio progetto mi chiedono “Presidente quanto le serve?”, “Presidente quanto posso sponsorizzare?”, “Squillace, 5000€ vanno bene”. Ed è così che ho costruito la Torinese. Quest’anno probabilmente saremo l’unica società del Piemonte che per ogni squadra del settore giovanile avrà un main sponsor diverso. Inoltre nonostante avessimo già chiesto il preventivo alla Macron per le divise, la ditta bolognese di abbigliamento sportivo ha deciso per tre anni di vestire la squadra fornendoci le divise a titolo di sponsorizzazione“.
Ma in cosa consiste il progetto della Torinese FC 1894?
Ci siamo fusi con l’Esperanza e di conseguenza quest’anno giocheremo in Promozione. Se abbiamo obiettivi di vertice? E’ chiaro che da presidente devo dire che voglio vincere tutti gli anni. Abbiamo deciso di costruire una squadra vestita su mister Roberto Sorrentino ed il suo passato sia come calciatore che come allenatore è noto a tutti. Per cui se avessimo deciso di fare un campionato di centro bassa classifica, sicuramente non avremmo puntato né su mister Sorrentino né tantomeno sul figlio Stefano come direttore tecnico. E’ vero che abbiamo una rosa di 27 elementi, ma di questi solo 5 o 6 si conoscono da una vita, avendo militato tra Eccellenza e Promozione e venendo dai settori giovanili di Juve e Toro. Per cui al momento manca l’amalgama che ci impedisce di capire come siamo messi. Speriamo di lottare nelle zone importanti nonostante il girone B, quello nostro, sia quello più impegnativo di tutti e quattro quelli di Promozione. Giocheremo contro squadre come l’Ivrea, o affronteremo trasferte importanti come quella ad Aqui e in Val D’Aosta. Speravamo di capitare nel girone D, prettamente torinese, ma va bene lo stesso.
Per quanto riguarda il centro sportivo di Via dei Gladioli, quanto tempo è passato dall’ideazione del progetto alla effettiva realizzazione che, ricordiamo, è in corso di finalizzazione?
Il 6 settembre 2018 presentai la rinascita della FC Torinese, la mamma del Toro, in Regione a palazzo Lascaris, avevo detto che il primo obiettivo della società era quello di avere un impianto sportivo. A maggio 2019 ho partecipato al bando per la concessione dell’impianto di Via dei Gladioli, bando che abbiamo vinto a luglio 2019, quindi un anno fa circa. Poi vicissitudini burocratiche hanno rallentato un pochino l’iter, ma va anche detto che la circoscrizione e il Comune hanno tutto l’interesse a dare gli impianti in concessione piuttosto che lasciarli chiusi a marcire. Quindi realmente abbiamo avuto le chiavi il 21 di aprile 2020 e ora siamo in fase di ultimazione del progetto.
E lei come se la spiega la vicenda del Robaldo?
Onestamente non saprei. Intanto si parla di un investimento importantissimo. Non credo che il Comune di fronte agli investimenti importanti faccia marcia indietro. Anche perché attualmente è un centro abbandonato e potrebbe diventare una perla all’interno della città. Certo è che c’è sempre di mezzo questa burocrazia famosa. Magari noi con un progetto molto più snello siamo riusciti a scavalcare tutta una serie di passaggi burocratici che magari invece stanno rallentando il progetto del Toro sul Robaldo, essendo molto più corposo (e avendo già subito qualche modifica in corso d’opera ndr). Il perché sia tutto fermo però non riesco a spiegarmelo. Non penso che il presidente Urbano Cairo abbia intenzione di non portare avanti il suo progetto. Di sicuro posso solo dire che, per quanto riguarda la mia esperienza, una volta vinto il bando, ci sono anche dei termini ben precisi per poter iniziare i lavori. Quindi se io non avessi iniziato i lavori, nel giro di altri 8-9 mesi la convenzione sarebbe stata nulla.
Della FC Torinese stupisce che abbia instaurato una partnership con la Reggina e non ad esempio con il Toro, può spiegarci le ragioni?
In verità io sono un tifoso granata ed il mio primo appuntamento è stato ovviamente con il Torino FC. Tramite il mio presidente onorario, Marco Morelli Di Popolo, il cui nonno era dentro la storica Torinese e fu uno dei soci fondatori del Torino 1906. Abbiamo inviato un’email per presentarci è c’è stato anche un incontro con il direttore generale Antonio Comi. Il mio desiderio più grande era quello di avere una collaborazione ufficiale con il Torino, tuttavia il fatto che noi siamo all’interno del Comune di Torino ha fatto sì che non fosse possibile avviare un’affiliazione ufficiale, perché il Torino, dentro la città di Torino, non dà affiliazioni a nessuno.
Come mai? Dopo tutto il Toro è una società dalle risorse non illimitate e si sa che investire sui giovani della città sarebbe oltremodo importante per poter coltivare talenti in casa.
E’ una politica societaria. Infatti in città non c’è nessuna società sportiva affiliata al Torino FC. Quindi la motivazione che ci è stata data è stata questa. E’ una politica discutibile, poi chiaramente nella vita ognuno risponde di ciò che fa. Io in tutta franchezza e onestà intellettuale ho la coscienza trasparente e cristallina. Prendiamo atto della politica scelta dal Torino FC e di conseguenza abbiamo deciso di affiliarci ad una società che intenda collaborare seriamente con noi. Ripeto, anche io sono sinceramente sorpreso dalla, sicuramente legittima, poca volontà di collaborare con noi da parte del Toro. Ho personalmente invitato Massimo Bava quando era direttore sportivo e l’ex responsabile del settore giovanile del Toro Andrea Fabbrini, sono stati da noi in struttura, ma non c’è stato modo di avviare alcun discorso. Collaborazione reale ad oggi non c’è, pur tuttavia restando i rapporti amichevoli.
Scusi, ma che una società come il Torino FC decida di non fare rete con le altre società del circondario torinese, anche con il solo scopo di rinsaldare il senso di appartenenza e di identità in città è qualcosa che lascia piuttosto perplessi. Se è vero che Torino è stata e resterà granata…
In effetti è strano. Anche io da presidente, e mi assumo le responsabilità di quello che dico, mi sarei aspettato dal Torino una telefonata. Io ho fatto la mia parte inviando gli inviti e presentandomi, senza aspettare che gli altri venissero da me che comunque, non lo dico io, ma la Federazione, per colori, nome e anno di fondazione, noi siamo la seconda società d’Italia dopo il Genoa. Speravo che almeno questo contasse come considerazione. Comunque dicevo i miei passi li ho fatti. Li ho contattati, li ho cercati tramite l’ufficio stampa, tramite qualsiasi canale. Ho contattato anche Cairo personalmente, presentandomi con nome e cognome e chiedendo un incontro, mi è stato risposto di sì e che ci sarebbe stato il dg Antonio Comi. Al tempo dell’incontro noi il centro sportivo non l’avevamo ancora acquisito, ma avevo comunque esposto tutte le fasi del progetto che stavo portando avanti. L’unica proposta giunta dal Torino FC è stata che mi avrebbero mandato una categoria a giocare in Via dei Gladioli per darmi una mano in termini di visibilità. Ma a me non interessava una collaborazione su queste basi. Capendo che oltre questo non si sarebbe andati, ci ho messo un punto e ho contattato la Reggina. Loro mi hanno concesso quello che chiedevo e cioè di diventare una società satellite della Reggina nel cuore di Torino (che ha una buona parte della popolazione di origine calabrese). I termini dell’accordo è che i nostri giovani più talentuosi andranno a Reggio Calabria, i quali avranno a loro carico solo il viaggio, ma avranno vitto e alloggio gratuito per tutto il tempo necessario e, se saranno utili alla causa amaranto, quei giovani diventeranno della Reggina Calcio. Dal canto nostro, riuscendo a lanciare qualche talento nella Reggina, potremo cercare poi aumentare il numero degli iscritti. Poi però non mi si venga a dire che mando i talenti di Torino a Reggio Calabria, perché ho personalmente bussato tante volte alle porte granata, facendo anche diverse segnalazioni a chi di dovere su alcuni ragazzi, ma non c’è stata volontà da parte loro per sottoporre ad un provino i ragazzi da me proposti. Farò un ultimo tentativo, lo dico ufficialmente, proponendo al Toro un’amichevole al Filadelfia, o con il Toro Primavera, o con il Toro under 15, o con la Prima Squadra. Se, come temo, non ci sarà risposta, metterò una pietra sopra ad avere rapporti di collaborazione con la società Torino FC, pur mantenendo la massima cordialità.
Sulle vicende societarie del Torino e su questi fantomatici acquirenti lei che idea si è fatto?
Devo confessare che ho ricevuto anche due telefonate da alcuni giornalisti che pensavano ci fossimo noi come Torinese dietro ai signori della conferenza stampa. Ovviamente non è così e non siamo assolutamente nelle possibilità. Sul presidente Cairo quello che posso dire è che se vedo la questione dal lato strettamente imprenditoriale, a lui bisogna dire solamente grazie. Il Torino è una di quelle società che domani mattina, se realmente la si vuol vendere, l’attrattore riesci ad averlo perché comunque è una società sana.
Vero, tuttavia patrimonialmente il Toro non ha praticamente nulla. Il Robaldo come detto è a un punto morto, Lo stadio di proprietà non si vede nemmeno l’idea, quando invece diverse squadre stanno gettando le basi per avviare un discorso di questo tipo. Tutto questo è preoccupante perché strutturalmente non c’è un progetto di crescita.
Se da un lato la sua visione imprenditoriale porta il Toro ad essere una società sana, dall’altro lato c’è che comunque non si hanno dichiaratamente dei progetti sportivi. Da un lato lo capisco perché in questo modo il Toro manterrebbe una certa stabilità. E’ vero però cha la società non si espone sui programmi. Però io non credo che il presidente Cairo voglia implodere con tutto il Torino, perché se implode il Torino, implode lui assieme a tutte le sue attività. Ribadisco, Cairo è un ottimo imprenditore, poi però in effetti il calcio è un’altra cosa. Per cui magari Cairo dovrebbe mettere dei tasselli nei posti giusti e lasciar fare. E questa cosa secondo me è fondamentale e lo vedo nella mia realtà. La squadra l’abbiamo fatta, ma i ragazzi io li conoscerò solamente domani (sabato 29/08 ndr). Il direttore sportivo Antonio Montanaro ha avuto il suo ruolo e a lui ho detto espressamente che io non voglio conoscere nessuno né tantomeno gli ho detto quali giocatori puntare. Gli ho fatto semplicemente capire che se ne doveva occupare lui e che pretendevo una rosa di un certo livello per lottare per determinati obiettivi. Poi il campionato parlerà e potrà dire qual è il risultato del lavoro dei miei delegati. Per esempio, senza nulla togliere a Bava, che probabilmente si è ritrovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, mi sembra che Cairo abbia scelto bene affidandosi a Vagnati, il quale sembra che si stia facendo meglio sul mercato. Probabilmente Bava, nell’estate scorsa, si è ritrovato appunto catapultato in una realtà dove però non gli erano concessi grandi margini di manovra.
Quali sono i prossimi passi della Torinese FC?
Ad inizio ottobre ci sarà l’inaugurazione del nostro impianto in Via dei Gladioli che avverrà alla presenza dell’associazione Emiliano Mondonico.”
In bocca al lupo presidente.
Crepi.
Cocorita rambo. Cocorita geriatrica. Cocorita imprenditore. L’unico momento di attenzione del loro lavoro é legato all’inserimento delle credenziali quando effettuano il login. Per il resto c’è il pilota automatico
È quando si dimostra paura per ogni voce libera che appare la reale piccola dimensione di ciò che siete. NANI al soldo di un nano, giullari al seguito di un buffone. Complimenti per la coerenza, stavolta siete intervenuti in 3 per confutare un articolo di giorni fa, per non lasciare… Leggi il resto »
Caro Sergio, rasserenati. Provo a svegliarti dal tuo torpore ricordandoti che qui siamo su toro.it e di toro dovremmo parlare. Non leggere una elegia di una (simpatica) società dilettantistica e del suo intraprendente presidente di cui non conosciamo nulla. Non siamo su radio Londra e mi piacerebbe che il buon… Leggi il resto »
Giornalisti impauriti e asserviti sono oramai il 99% su piazza, un mestiere sempre più difficile da esercitare in maniera libera, autonoma e priva di vincoli. Quando scrive Marietto su queste pagine mi pare che il giornalismo ortodosso di rete4 si trasferisca, pari pari, al servizio di urbanetto, ma qui i… Leggi il resto »