La rubrica di Vincenzo Chiarizia / Parlare di calcio è ormai diventato surreale: ma quanto sarebbe fantastico pensare a Cairo che baratta il Toro per 600 milioni

Parlare di calcio e di Toro è diventato surreale in questi frangenti. Purtroppo i morti sono migliaia ed il bilancio non è ancora quello definitivo. Proviamo comunque a concentrarci sulle vicende che interessano attualmente il mondo granata. Sono due gli aspetti sui quali concentrarci: il destino che farà questo campionato, con relativa organizzazione delle sessioni di mercato, ed il caso Blackstone.
In primo luogo credo che la maggioranza degli sportivi, suddivisi tra tifosi, giornalisti, tesserati e chi più ne ha più ne metta, vorrebbe che il campionato si concludesse per far esprimere i verdetti dal campo. In effetti sarebbe giusto che il Toro si conquisti la salvezza sul campo. Molti affermano che questa interruzione delle competizioni, dal punto di vista sportivo, abbia giovato al Toro per diversi motivi. Anche solo quello di staccare la spina da una crisi che appariva senza fine, potrebbe avere una valenza positiva. Certo nessuno avrebbe voluto pagare un pegno così pesante per interrompere i campionati, ma purtroppo la guerra al nuovo coronavirus è arrivata e non sembra possa finire a breve. Dunque bisogna prepararsi anche ad altre espressioni di verdetti che, a conti fatti, sarebbero tutti ingiusti. Ingiusti, ma necessari per avere una continuità. Il campo delle ipotesi è ancora molto vasto. Oltre al considerare la graduatoria fino al 26° turno eliminando le poche partite giocate della 25ª giornata, c’è l’ipotesi di riprendere i campionati e di concluderli anche a luglio inoltrato. Se le scadenze contrattuali non dovessero rappresentare un problema, allora sarebbe un’ottima trovata. Trovo personalmente meno geniale una sessione mercato che parta a luglio – si spera a stagione conclusa – per finire a gennaio. A che servono 7 mesi (SETTE!!) di calciomercato (in particolar modo al Toro)?

Inoltre riflettevo che eliminare le poche partite della 25ª giornata, non sarebbe nemmeno giusto perché da quelle partite sono scaturite espulsioni, ammonizioni i eventuali diffidati, infortuni e conseguenti assenze per il turno successivo. Un pratico esempio è l’espulsione di Dalbert in Fiorentina – Milan, con conseguente squalifica per Udinese – Fiorentina conclusasi per 0 a 0. Con Dalbert in campo magari la Fiorentina avrebbe potuto vincere o addirittura perdere. Forse la scelta migliore sarebbe quella di fermare tutto alla 24ª giornata, ultima tornata giocata per intero come da programma stagionale. Vedremo quale sarà la scelta della Lega che, stando a quanto si apprende dall’ultima riunione telematica, non è ancora giunta ad una conclusione, con ogni presidente che mira a tirare acqua al proprio mulino.
Qualunque sia la scelta della Lega, questo è il momento per Bava di “lavorare a fari spenti” o “sottotraccia”, per citare alcuni vecchi adagi di Petrachi, e far vedere in primis ai tifosi che lui non è un semplice yesman, che non è lì come semplice figurante, ma che è in grado di allestire una squadra andando a scandagliare anche i mercati esteri. Bava deve dimostrare che è un direttore sportivo all’altezza nel cercare nuovi giocatori che abbiano la voglia di Toro! Tra i primi nomi che circolano si parla del difensore centrale Riccardo Marchizza dello Spezia, utilizzabile nella difesa a 4 e anche come terzino sinistro. L’investimento sarebbe piuttosto contenuto e sarebbe un ottimo prospetto di crescita. Non discuto sull’opportunità o meno di puntare su Marchizza che comunque resterebbe un investimento intelligente, il punto resta sempre lo stesso: quale progetto ruota intorno al Toro e quale funzione avrebbe l’innesto di Marchizza? Ormai la domanda sul progetto societario resterà in sospeso in eterno, senza che nessuno abbia il coraggio di dire con certezza quale sia l’obiettivo e che non raggiungerlo sarebbe un fallimento.

Come detto in ballo c’è anche il caso Blackstone che ad aprile dovrà necessariamente avere una conclusione. Il fondo di investimento finanziario è lo spauracchio di Urbano Cairo. Come già trattato su queste colonne, la potenza finanziaria di Stephen Schwarzmann, CEO di Blackstone, è qualcosa di mostruoso. Tuttavia qualora Cairo dovesse avere la peggio, non subirebbe alcun danno grazie alla manleva, ma perderebbe autorevolezza dentro RCS. Ma quanto sarebbe fantastico se Urbano Cairo, con la sua abilità nel condurre trattative, riuscisse a barattare il risarcimento di 600 milioni, regalando il Torino FC a Blackstone Group? E’ vero, il Torino non vale 600 milioni e già per questo è utopico. D’altro canto però il club granata potrebbe rappresentare per Schwarzman un investimento importante. Ciò che non ha mai voluto fare il nostro attuale presidente, infatti, è soprattutto investire seriamente dal punto di vista immobiliare. Il Filadelfia completo e il Robaldo a pieno regime, potrebbero rappresentare una leva che potrebbe spingere il fondo finanziario Blackstone Group ad investire sul Toro e sul sistema valoriale che il Torino porta con sé. Ve l’immaginate la costruzione di una “Blackstone Arena” come stadio di proprietà del Torino?
Ok, mi sono svegliato dal sogno e ripiombato in questa realtà condizionata dal nuovo coronavirus. Guardiamo avanti e restiamo a casa.

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ultimo aggiornamento: 27-03-2020


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VincenT
VincenT
4 anni fa

che palle che siete, la situazione ha compromesso il cervello di alcuni che era già instabile…

urto (andrea)
4 anni fa

cairo VATTENE!!!!!!!

Fred
Fred
4 anni fa

Pazzesco. Esultare da tifoso del Toro per un possibile passaggio da Cairo (cmq la si pensi) a un fondo finanziario americano. Cito: “Ve l’immaginate la costruzione di una “Blackstone Arena” (con sottointeso giubilo dell’autore). Pazzesco. Io mi sa che tifo un’altra squadra. Forse ho sbagliato sito.

Immer
4 anni fa
Reply to  Fred

Bravo hai sbagliato squadra te ne sei accorto. Finalmente

urto (andrea)
4 anni fa
Reply to  Fred

bravo!

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