Alla vigilia di Torino-Inter, il tecnico granata Paolo Vanoli ha presentato in conferenza stampa la partita
È la vigilia di Torino-Inter e, come sempre prima il tecnico granata Paolo Vanoli presenta in conferenza stampa la partita. Ecco quali sono state le sue parole. “Ne approfitto per dire che sto bene e per ringraziare lo staff sanitario che è subito intervenuto, ma anche tutto il personale della Croce Rossa che subito dopo con l’anestesista è stato molto efficace. Li ringrazio. Non me lo aspettavo ma sono stato travolto da un mare d’affetto, ne approfitto per ringraziare tutti oggi che mi hanno dimostrato un grande affetto. Chiuso questo discorso passiamo alla calcio: abbiamo recuperato Ricci e Linetty, Casadei è stato fermo un paio di giorni perché ha avuto un sovraccarico al polpaccio ma sta benissimo. Dobbiamo valutare solo Sosa che è tornato in parte con il gruppo, Karamoh ha avuto un inizio di pubalgia e penso non sarà a disposizione, Pedersen stamattina ha fatto degli esami per il trauma facciale, vedremo come sta”.
La conferenza stampa di Vanoli
Una partita come quella contro il Barcellona quanto può galvanizzare l’Inter?
“Faccio i complimenti al club, al mister, ai giocatori perché hanno giocato due partite incredibili. Queste sono partite in cui le motivazioni si trovano da sole. Quando incontri squadre che hanno degli obiettivi forti inconsciamente devi essere sempre in partita, a volte non ci siamo riusciti dall’inizio ma siamo sempre riusciti a reagire. A volte devi fare un passo indietro per fare poi due passi avanti”.
Che cosa ti ha lasciato il 4 maggio?
“Sono andato a Superga la prima volta quando sono arrivato, avevo voluto andare a capire cos’era la storia. L’altro giorno ho invece vissuto la storia. La cosa più forte è stato il rumore del silenzio davanti alla lapide quando Duvan ha letto i nomi. Me lo avevano raccontato, devo dire grazie perché ho avuto la fortuna di vivere quel momento”.
Sulla marcia?
“I tifosi sono una parte importante di questo club, hanno il diritto di dire quello che pensano. Però il grande insegnamento che ho avuto quest’anno è che sia noi che loro siamo andati avanti per la stessa strada. Contro il Venezia potevamo fare meglio nel primo tempo ma poi nella ripresa ha dimostrato di voler onorare la maglia”.
Può essere la partita per provare i giovani o giocatori come Ilic?
“Ilic è un giocatore importante, non rientra in questo discorso. Dembelé se dovesse giocare farebbe esperienza, ma l’ha gia fatta anche con l’errore commesso a Firenze. Siamo tutti importanti, domani anche chi entrerà dovrà sentirsi importante”.
Quanto ti ha stupito la partita con l’Inter?
“E’ stato portato avanti un percorso nel quale sono cresciuti tutti. Nonostante la Premier sia superiore sul piano economico, abbiamo dimostrato che il nostro campionato è affascinante e difficile. L’Inter, con le due finali di Champions in due anni, ha fatto molto per il nostro campionato”.
Vedere questo percorso dell’Inter, con tutte le proporzioni, può essere uno stimolo per far crescere anche il Torino?
“Fa parte di un processo, in un processo ci sono degli ostacoli da superare. Ma tutte le squadre cercano di mettere dei tasselli per crescere. Non si nasce vincenti”.
L’Atalanta ha vinto l’Europa League l’anno scorso, ma anche Roma, Fiorentina hanno fatto bene in Europa. E’ un vizio nostro parlare male di noi stessi?
“Qualcuno ha detto che il campionato italiano è quello con più allenatori, perché siamo tutti molto critici e tendiamo a guardare le cose che non vanno. Ma se guardiamo cosa hanno fatto in Europa le squadre italiane vediamo che è molto affascinante e che il campionato italiano è ancora molto ambito. Questa è la nostra forza”.
Che bilancio fai della stagione di Adams?
“Se devo essere sincero non mi aspettavo questo suo impatto in un campionato così difficile, faccio i complimenti al club che è andato a prendere un giocatore importante. Ha qualità che può migliorare sotto alcuni punti di vista, Ché è un ragazzo che ha voglia di migliorare e si merita tutto quello che ha fatto”.
Come è stato trovare Pulici al Filadelfia?
“E’ stata una grande emozione, ho sempre detto che il Filadelfia è casa di questi campioni. Per noi è solo un piacere e un onore far rientrare queste persone nella loro casa. Se vogliamo costruire il futuro non dobbiamo dimenticare il passato, è stato un piacere potergli parlare”.
L’Inter è una delle migliori squadre sui calci piazzati, vi siete preparati?
“Abbiamo visto questi dati, ci abbiamo lavorato poi all’interno della partita dobbiamo essere attenti. Lo hanno dimostrato anche in Champions”.
Come si spiega quello che è successo a Venezia?
“Tutti pensano che io all’intervallo abbia sbraitato ed è per quello che mi sia sentito male. Invece sono entrato nello spogliatoio e ho detto solo che ci dobbiamo vergognare, il dobbiamo è riferito anche a me stesso. Poi ho detto i tre cambi. E’ per questo che nel secondo tempo mi sono seduto in panchina, volevo vedere una reazione da parte della squadra. La squadra poi ha voluto reagire con un secondo tempo da Toro, ha trovato il pari e nel finale poteva anche vincere. Non penso sia stata una questione di motivazioni, quello che mi ha dato fastidio è che al primo errore abbiamo abbassato la testa e l’abbiamo pagato. Ho anche capito che non devo stare seduto in panchina altrimenti sto male”.
Qual è il suo approccio sui giovani?
“A me piace molto lavorare con i giovani, la problematica di un giovane è che magari lo fai giocare, poi l’anno dopo gli dici di andare a giocare in B o in C e la vede come una delusione. Sto cercando di tutelare anche Dembelé che sta facendo il suo percorso”.

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