Cairo ha aperto alla vendita della società, ma anche altri indizi lasciano pensare che il cambio di proprietà possa avvenire a breve

“Non resterò a vita, non voglio restare a tutti i costi, i ventenni finiscono. Nel momento in cui decidessi di vendere vorrei ci arrivasse uno più ricco di me, allora mi farò da parte”. Con queste parole Urbano Cairo ha scosso un tranquillo mercoledì in cui, fino a quel momento, la principale notizia in casa Torino era stata la designazione dell’arbitro per la partita contro il Napoli. Sui social, vera e propria piazza virtuale, tra i tifosi granata non si è parlato di altro: tra chi sostiene che presto venderà e tra chi non crede che il cambio di proprietà possa avvenire a breve, anche perché non è certo la prima volta che, a parole, Cairo mette in vendita il Torino. Ma una serie di indizi sul fatto che qualcosa bolla in pentola ci sono.

Il cambio di comunicazione e i rinnovi

Per prima cosa il cambio di comunicazione dello stesso presidente. Solamente poche settimane era infastidito dalle domande su una possibile cessione del club e dichiarava: “Non voglio vendere il Torino”. Ora, invece, si è registrata l’apertura a trattare.

Poi c’è la questione dei rinnovi dei contratti, in particolare quello di Davide Vagnati. Lo scorso 4 maggio, senza che gli venisse domandato, Cairo aveva annunciato il prolungamento: “Vagnati rinnoverà il contratto con noi”. Non erano state soltanto parole, perché con il dt ha effettivamente trovato l’accordo totale per il prolungamento ma il momento delle firme è stato sempre rinviato. Le pause del campionato di ottobre e novembre sembravano dovesse l’occasione giusta per l’annuncio. Invece nulla. E in scadenza di contrato ci sono anche altri due dirigenti: Emiliano Moretti e Ruggero Ludergnani.

La questione stadio

Non va dimenticata la questione stadio: a giugno scadrà la concessione dell’Olimpico Grande Torino, il Comune vorrebbe vendere l’impianto e, come ha dichiarato anche il sindaco Lo Russo, sta lavorando per togliere le ipoteche. I colloqui con Cairo sono costanti ma il presidente non sembra intenzionato a muovere dei passi in tal direzione: tutto al momento è fermo. Se nulla si muoverà, il Comune dovrà indire un nuovo bando per la concessione.

Sempre legata legata allo stadio c’è poi un’altra questione: Cairo nei diciannove anni da presidente è praticamente sempre stato presente, sia in casa che in trasferta, saltando pochissime partite. Da agosto invece il numero di partite che ha guardato alla TV è aumentato: se contro Atalanta e Monza, nei giorni delle due grandi contestazioni, ha evitato di presentarsi all’Olimpico Grande Torino per motivi di ordine pubblico, in altre occasioni la scelta è stata sua. Ma ha anche rilasciato sempre meno interviste a radio, tv e giornali.

Gli indizi non vanno confusi con le prove ma la contestazione sempre più forte ed evidente da tempo a Cairo qualche pensiero sulla possibile cessione del club l’hanno fatto venire.

Urbano Cairo, Davide Vagnati, Federico Cairo and Alberto Barile celebrate following the final whistle of the Serie A football match between Torino FC and Como 1907.
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ultimo aggiornamento: 28-11-2024