Durante la conferenza stampa di Nicola, Cairo e Vagnati si sono entrambi presentati come colpevoli del fallimento del progetto Giampaolo. Eppure…
“Ho le mie responsabilità, ma…”, dice Cairo. “E’ colpa mia”, gli fa eco Vagnati. Da una metà campo all’altra, rimbalza il pallone degli errori: se lo passano presidente e direttore dell’area tecnica, co-autori del fallimento Giampaolo. Entrambi, pubblicamente, hanno scelto la via delle scuse (con stili diversi) per aprire la nuova parentesi Nicola. L’allenatore di Vigone, subentrato da pochi giorni, avrà il compito di portare in salvo un Torino ritrovatosi, a fine 2019, in cattive acque e lì rimasto intrappolato per troppi mesi, senza che nessuna componente del club (Cairo e Vagnati compresi) abbia trovato una nuova rotta.
Il ‘ma’ di Cairo: “Quando le cose sono andate bene ho avuto qualche merito”
Nella conferenza stampa di presentazione del tecnico, il presidente ha dominato la scena, come già gli era capitato in due analoghe occasioni quando accanto aveva Longo e Giampaolo. Si è dato la colpa e anche la parziale assoluzione: “C’è stato un fallimento, qualcosa non ha funzionato e tutti ci hanno messo del loro. Ora sono io il responsabile, ma quando le cose sono andate bene ho avuto qualche merito”. Il patron non ha approfondito le scelte dirigenziali all’origine del declino dell’ultimo anno (e più), se non per appoggiare sulla schiena di Giampaolo il fardello di aver promosso Rincon come regista titolare, incassata dal club la resa sul fronte Torreira.
Il contropiede di Vagnati (che rischia)
Il direttore sportivo, invece, ha preso la parola solo per pochi minuti. Una dichiarazione secca, la sua: “Il presidente ha poche colpe. Ha condiviso scelte fatte in primo luogo dal sottoscritto”. Vagnati sa di essere sotto osservazione – lo si scriveva su queste pagine – e ha voluto, ieri, porsi come primo responsabile della situazione in cui il Toro si ritrova all’alba della gestione Nicola. Nell’attesa di scrollarsi di dosso il peso di un mercato invernale, fin qui, vuoto.
Nella società, insomma, sono tutti colpevoli, ipse dixit. E quindi nessuno lo è completamente. Il condannato (ultimo) è stato Giampaolo – come Longo e Mazzarri prima di lui -, ora si aspetta un altro miracolo in panchina. Sperando basti per la salvezza. Intanto l’immagine del Toro cola a picco. E l’ambiente è pervaso dalla disillusione.
Fa sorridere o piangere quel che detto più volte dal presiniente che ritiene la sua gestione ampiamente sufficiente affibbiandosi un 7 in pagella, poi uno si va a leggere la lista dei 19 allenatori che si sono avvicendati in questi 15 anni e scopre che per ben 18 volte su… Leggi il resto »
Risibile strategia comunicativa. Sembra una brutta copia del libro Cuore.
Ma pensa un po…
sull’altro sito (secondo molti più moderato)
200 commenti sotto il post su Cairo 95% zerotreini (vi dico solo che non riuscivo neanche a mettere like a tutti)
E io che pensavo che noi zerotreini fossimo mosche bianche.
Dimenticato l’apostrofo, sono uno zerotreino asinello 😐
l’asinello semmai non ha ancora compreso la differenza tra zerotreini odiatori seriali e tifosi granata incaxxati
Farò un disegnino, a prova di asilo (e asinelli belli)
Ho compreso che sei un gran p@racul0… l’hanno compreso tutti a dire il vero.
eh si, @Al, vista dalla parte di uno zerotreino, fazioso a prescindere, odiatore a prescindere, uno che cambia idea in fiunzione dei risultati, o della realtà che evolve, è un qualcosa di incomprensibile.
Lo vedi? siamo d’accordo
pure io…..zerotreino, con pannolone, mai contento….”compralo tu , il Toro”