L’allenatore dello Shakhtar insieme al suo staff, composto da altri otto italiani, è bloccato nella capitale ucraina sotto attacco
Sono ore di grande apprensione per Roberto De Zerbi e per il suo staff composto da altri otto italiani che si trovano a Kiev, bloccati in un albergo in seguito all’attacco da parte della Russia all’Ucraina. L’ex tecnico del Sassuolo, ora allo Shakhtar, ha parlato ai microfoni di Sportitalia dichiarando: “Le nostre famiglie sono preoccupate, noi non volevamo fare gli eroi restando qua nonostante l’invito dell’ambasciata a lasciare il Paese già da ieri. Nel mio lavoro però ci sono dei valori e abbiamo deciso insieme a tutto lo staff di non abbandonare la squadra fin quando la nostra presenza qui sarebbe stata necessaria, ovvero fino alla sospensione del campionato. Purtroppo il campionato è stato sospeso solo stamattina e ora aspettiamo quindi indicazioni su come muoverci sempre dall’ambasciata. Potevamo tornare a casa almeno fino a quando non ci fosse stata sicurezza: no, abbiamo aspettato, stanotte ci hanno svegliato le esplosioni”. Il campionato ucraino è stato dunque sospeso proprio prima del week end nel quale sarebbe dovuto ripartire, dopo la lunga pausa invernale. De Zerbi e il suo staff si ritrovano proprio nel Paese diventato improvvisamente teatro di guerra. Impossibilitati a rientrare in Italia, con l’aeroporto di Kiev chiuso.

Una cosa molto triste e come sempre “la ragione ed il torto non si dividono mai con un taglio netto” (Manzoni)
In bocca al lupo Mister De Zerbi.
Forse è meglio che torni a casa di corsa!
Mi dispiace tantissimo per quello che sta succedendo. Mi fermo qui perché sennò userei parole troppo pesanti.