Ha cambiato (di nuovo) modulo per emergenza, ma il Torino di Giampaolo mostra i soliti limiti. E col 4-3-1-2 vengono fuori le lacune della rosa
Si torna al modulo vecchio ma il risultato non cambia, perchĂ© il calcio non è matematica e Marco Giampaolo lo sa bene. Il Torino, contro il Bologna, ha riproposto il 4-3-1-2 che dell’allenatore di Giulianova è il totem, eppure ha mostrato i soliti difetti. Quelli che il tecnico – qui sì, ha delle responsabilitĂ – non è riuscito a scrostar via. “Queste difficoltĂ la squadra se la porta dietro dal girone di ritorno dell’anno scorso e non è riuscita a cambiare questo trend”, ha dichiarato dopo il pari contro i felsinei di Mihajlovic. Non è insomma questione di difesa a tre o a quattro, sebbene la virata al 3-5-2 – prima di ieri – sia stata un tentativo (tattico) di mettere a proprio agio la squadra.
I passi indietro contro Udinese e Bologna
Sono crepe quasi irreparabili, quelle che attraversano l’organico granata. Che nelle sfide casalinghe contro Udinese e Bologna ha fatto, se possibile, anche un passo indietro sul piano del gioco. Il ritorno al rombo di centrocampo – utilizzato dall’inizio per la prima volta dalla sfida contro il Crotone – è stata una necessitĂ contingente, vista la penuria di esterni (mancavano Singo, Ansaldi e Murru). Eppure questo ha mostrato, una volta di piĂą, il pericolo dei calciatori adattati al sistema senza avere le caratteristiche giuste per interpretarlo.
I giocatori adattati che inguaiano Giampaolo
Izzo non è un terzino di una linea a quattro e fatica a proporsi. Rincon non è un regista e con lui in campo la squadra difficilmente trova linee di passaggio utili ad alleviare la pressione avversaria: e dopo il vantaggio, il Toro si è abbassato senza piĂą riuscire a trovare una strada per “difendere col possesso”, citando un altro mantra giampaoliano.
Lukic ha gamba ma meno inventiva: è tornato trequartista ma non ha le caratteristiche per scovare le imbucate offensive in grado di indirizzare una partita rimasta sempre in bilico. Si potrebbe continuare, soffermandosi per esempio sulla penuria di alternative in panchina. Ma il punto si è giĂ toccato nelle righe precedenti: questa squadra ha limiti di struttura, tutti a discapito dell’idea di calcio di Giampaolo. Che ora è piĂą che mai a rischio. Lui sente la fiducia della societĂ , ma dopo Napoli è possibile che proprio Cairo e Vagnati optino per un ribaltone.