Lyanco ha lanciato “Never Alone”, un progetto a sostegno delle persone in difficoltà di Torino. Bremer sostiene il Brasile
Giocatori e solidarietà è un binomio che si vede sempre più spesso nel mondo del calcio e anche in quello granata dove, proprio durante le feste natalizie, sono stati Lyanco e Bremer a distinguersi. E lo hanno fatto tanto in campo, rendendosi indispensabili per la difesa granata, quanto nella vita dove, con i loro progetti, stanno sostenendo le persone più in difficoltà. Nelle ultime ore, infatti, insieme alla sua compagna Yasmine Volpato, Lyanco ha lanciato il suo personale progetto in favore proprio della città di Torino e delle persone in difficoltà. E a parlare di “Never Alone”, questo il nome del progetto, è stata proprio Yasmine, la sua compagna, che a Tuttosport ha raccontato: “Questo sogno è stato messo nel mio cuore da Dio insieme alle tante persone speciali che incontro durante il percorso. So di non essere mai da sola, ma migliaia di persone non si sentono così e hanno bisogno di sapere che sole non lo saranno mai”. La coppia, dunque, sta dimostrando di essersi pienamente integrata e non solo nel mondo granata, considerando Torino la loro casa dove due anni fa hanno festeggiato anche l’arrivo della loro primogenita Maria Flor.
Bremer, granata in campo ma con il cuore brasiliano
Nei giorni scorsi, invece, un altro granata ha percorso la stessa strada di Lyanco anche se la direzione porta lontano dal capoluogo piemontese, fino in Brasile. Si tratta di Bremer che, come riportato dal quotidiano brasiliano Lance!, ha fatto recapitare a Itapitanga, sua città natale nonché uno dei centri più poveri del Brasile nello stato di Bahia, ben 120 ceste di alimenti. “Sono orgoglioso oggi di poter contribuire alla mia città natale e restituire ciò che ho ricevuto da bambino” – ha dichiarato il difensore.
Non ha mai fatto mistero, Bremer, di essere un privilegiato, uno dei pochi fortunati che, grazie proprio al calcio (qui i suoi primi passi sui campi brasiliani), è riuscito a riscattarsi e uscire da una condizione di vita tutt’altro che semplice. Ed è proprio per questo che il difensore brasiliano non ha nessuna intenzione di dimenticare le sue origini, umili ma di cui va fiero e orgoglioso: “So che è ancora troppo poco, ma almeno è qualcosa che può migliorare la fine dell’anno per molte persone in città. Anche se viaggio in giro per il mondo a causa del calcio, la mia casa sarà sempre Itapitanga“.
Bella iniziativa.
Assieme non possono giocare. Bravi ma poco utili.
diciamo che scalderebbero col cvlo la poltrona della panchina e/o tribuna…se giocassero tra le prime sei!
la beneficienza…si fa…ma non si dichiara!
vero
però può servire come esempio e stimolo
Magari qualcun altro riccone pallonaro li segue