La filosofia Kaizen prima dell’Udinese, “Codice Genesi” alla vigilia del Bologna: Davide Nicola non lascia nulla al caso in conferenza stampa. Un viaggio nella sua comunicazione
Il viaggiatore Eli, rifiutando le lusinghe del perfido Carnegie, afferma sicuro: “Grazie, ma mi sono dato una meta”. Eli è Denzel Washington in “Codice Genesi”, un film del 2010 che Davide Nicola ha visto, apprezzato e rielaborato, come tutti i pezzi di conoscenza che raccoglie lungo le sue giornate. In conferenza stampa, alla vigilia della partita che il suo Torino giocherĂ questa sera contro il Bologna, il tecnico ha ripensato a quel film e al suo messaggio. E lo ha citato, per chiarire un concetto: ora il Toro ha un obiettivo – la salvezza – e un percorso per raggiungerla, esattamente come quel viaggiatore non dovrĂ demordere. Le distrazioni e i cedimenti andranno scavalcati, invece, anche se avranno il volto furbescamente risoluto di Gary Oldman (il Carnegie di cui sopra). Dimenticatevi gli slogan delle trite interviste calcistiche – pensiamo partita dopo partita e i suoi fratelli -, Nicola slalomeggia tra cultura pop, filosofia, psicologia cognitiva e sermonistica. In dieci giorni ha agganciato i suoi moschettoni al Kaizen (la filosofia giapponese del miglioramento continuo attraverso i piccoli passi), al vescovo di Pinerolo (“Il mondo appartiene agli ottimisti”) e a una pellicola post-apocalittica. L’uomo della Val Pellice è un arrampicatore su una parete di roccia: cerca gli appigli e li raggiunge facendo forza sui dati e la conoscenza – vastissima – di principi di gioco e tecniche di allenamento, ma senza l’imbrago e le corde della comunicazione non può raggiungere la cima.
Il rapporto con la stampa è strategico. E i social…
Come qualunque organizzazione, anche una squadra di calcio ha una comunicazione interna ed esterna. Nicola ha messo a sistema, da anni, un lavoro di coesione tra i calciatori basato sulla profonda conoscenza dei gruppi sociali presenti nello spogliatoio. Ma si è occupato anche della seconda branca. Nulla è casuale, nelle dichiarazioni dell’allenatore: “Credo che il rapporto con la stampa sia uno degli aspetti in cui societĂ e allenatori hanno piĂą margine di miglioramento e professionalizzazione. I giornalisti sono i nostri narratori, sono loro che raccontando le nostre gesta le rendono memorabili”, raccontava in una chiacchierata con Esquire a margine di una lezione tenuta agli studenti del Master in Comunicare lo Sport, nel 2018.
Nicola è presente e attivo sui principali social network – che gestisce con l’aiuto di un team dedicato -, ma chiariti i punti precedenti questo rappresenta solo un pezzo del puzzle. Su Instagram, ad esempio, posta dopo ogni partita una foto di gruppo e una breve frase, talvolta qualche storia in prossimitĂ della partita: è l’immagine dell’allenatore quotidianamente impegnato sul campo. Su LinkedIn, invece, diventa un professionista della divulgazione sportiva: stralci delle conferenze stampa vengono accompagnati a frasi sulla cultura del lavoro e il team building.
Nicola parla di calcio non parlando di calcio. Anche al Torino
Detto dei contenitori, c’è poi il messaggio. Mai casuale, appunto. Nel 2017, il giornalista Gian Antonio Stella scriveva così, a proposito dell’attuale tecnico granata: “Il calcio ha bisogno di persone che non riducano la loro esistenza al solo pallone”. Non siamo di fronte alla vena politica di Pep Guardiola – che sostiene la ONG Open Arms indossandone, di tanto in tanto, la felpa -, no, Nicola parla di calcio non parlando di calcio. Arrivandoci attingendo al mondo, con ciò aprendo la bolla di chi vive solo di pallone. La sua conferenza stampa piĂą celebre è quella della vigilia di Crotone-Lazio, la partita decisiva per la salvezza (che i suoi vinceranno poi 3-1): in pochi minuti lancia un messaggio ai giovani – “Nella vita ci sono difficoltĂ , ma non smettete di inseguire i vostri sogni” – e cita Giovanni Falcone – “Che le cose siano così, non è detto che debbano andare così”. Con un tono a metĂ tra Al Pacino in “Ogni maledetta domenica” e un discreto speaker di Ted Talk, racconta la determinazione sua e del suo gruppo come un afflato di riscatto per tutto il Sud. Parlare di calcio non parlando solo di calcio.
Proprio in quell’occasione – era il maggio 2017 – Nicola dice anche: “Ci sono delle grandi persone che riescono a darti qualcosa nei momenti in cui tu stai cercando qualcosa”. Ecco, lui è un allenatore che cerca, costantemente. E’ il largo demandatore e paziente auditore del vero, due caratteristiche che Machiavelli consiglia al suo Principe, il quale dovrebbe fare le domande giuste e poi individuare gli elementi decisivi nel mare delle risposte. E così l’ispirazione può arrivare da un altro continente, come la filosofia Kaizen, o dal capo della diocesi di casa. Da un film di Hollywood o dai libri sulla mindfulness. “Mi piace utilizzare delle parole che non sono le solite: cerchiamo di dare un nome alle cose per poterci lavorare”, raccontava dopo la vittoria di Udine. Il campo di Nicola non è solo quello verde.

Articolo interessante ed esaustivo. L’ho apprezzato molto. Grazie Vittonetto!
A me Nicola piace. Lasciamolo lavorare, anche le conferenze stampa fanno parte del gioco.
sinceramente cosa dicva in conferenza mi interessa poco anche se arriviamo da allenatori che dopo partite senza un tiro in porta dicevano “ci siamo giocati la partita” vero ventura e mazzarri??? a me interessa che tenga sul pezzo come contro la roma i giocatori , che faccia i cambi giusti… Leggi il resto »
Il Bologna gioca, lascia giocare, e si sbilancia spesso, come tipico delle squadre di Sinisa, e ne sappiamo qualcosa. Io invece credo che sia l’ideale di squadra da affrontare, per noi.
lo spero, ma noi siamo specialisti nel toppare in mentalitĂ proprio quando sembra che stiamo rialzando la testa …