Per Juric è tutto ok, ma l’ufficialità ancora non c’è perché deve liberarsi dal Verona. Il Torino ha tenuto Nicola sulle spine, come fatto con Longo
Quando, nella serata del 25 maggio, Ivan Juric diceva “sì” a Urbano Cairo, Davide Nicola aveva già capito che il summit di lunedì non era servito a scavalcare il collega nelle preferenze del presidente. Annusava l’aria dell’addio, eppure il Torino non gli aveva ancora dato, né pubblicamente né in privato, la comunicazione ufficiale del divorzio. Il tecnico di Vigone, ve lo dicevamo già alla vigilia della partita contro il Benevento, non era rassegnato all’idea di dover salutare: aveva messo giù un programma dettagliato, partendo dai punti di forza che è convinto di aver raggiunto sulla panchina granata e proseguendo con i piani per il futuro. Ha poi esposto tutto quanto alla società, pur sapendo di avere davanti una montagna da scalare. E non è arrivato in cima, alla fine.
Come Longo-Giampaolo: il Torino sta agendo nello stesso modo
Il “Grazie, aspetta… arrivederci” è il modus operandi con cui il Torino ha scelto di cambiare allenatore nelle ultime due stagioni. Cairo e Vagnati hanno tenuto Nicola sulle spine attendendo ricevere rassicurazioni da Juric, con il quale i contatti si erano infittiti da una settimana almeno. Hanno ascoltato il loro allenatore in carica (fino a giugno) ma con il piano A per la prossima stagione pronto sotto la scrivania.
Un replay di quanto è avvenuto poco meno di un anno fa. Moreno Longo, che aveva appena guidato il Toro ad una sofferta salvezza, visse in bilico per giorni. I granata stavano trattando Giampaolo e aspettavano una sua risposta, intanto fecero capire a Longo di essere il piano B. Lui, per orgoglio, non si diede disponibile nemmeno in caso di mancato arrivo del tecnico di Giulianova, e iniziò a fare le valigie. Nicola, per ora, è in attesa: sa di essere destinato a salutare, anche se in fondo credeva di aver meritato la conferma. Il Torino si appresta ad ufficializzare il ribaltone, dando il benservito al secondo ex granata utile a condurre in porto la barca, sgangherata, costruita da altri.

Il comportamento dell’omuncolo è coerente con quello che è sempre stato e sempre ha fatto. Non stupisce più. Chi invece sembra aver perso la brocca è il resto della serie A. Un anno abbondante di pandemia sta palesando i suoi effetti psichiatrici.
Egregio Signor Nicola,, le do del lei non per prendere le distanze bensì per rafforzare la stima è la gratitudine che nutro nei suoi confronti, sono la terza generazione di tifosi del Toro, per dirle mia madre lasció nelle sue ultime volontà di essere sepolta con la sua bandiera con… Leggi il resto »
Dispiace per Nicola, ma credo che Cairo non lo volesse tenere comunque fosse andata (solo la media di 1,5, irraggiungibile, lo avrebbe salvato). Ma adesso si deve per forza voltare pagina. Vedremo se Cairo investirà, se Vagnati riuscirà a trovare qualche giocatore indicato da Juric, e se Juric si dimostrerà… Leggi il resto »
Condivisibile la prima frase. Nicola avrebbe dovuto mandarlo affan di fronte a quella sfacciatissima clausola, che palesava le vergognose intenzioni fin da subito. La seconda frase, abbi pazienza, è incommentabile!