Anche in Torino-Parma, Zaza è entrato senza incantare: a poco meno di tre mesi dal suo arrivo, l’ex Sassuolo non ha trovato la sua dimensione
L’attesa e la delusione. Simone Zaza appare vincolato a questa sinusoide priva di picchi e soddisfazioni. Attesa perché da lui, fin da quel 17 agosto frenetico e stordente, a Torino ci si aspetta di tutto: la coppia con Belotti e l’imprevedibile coretto con Falque promettono gol e sinergie da inventare, sì, ma inequivocabilmente interessanti. Attesa anche perché, con il passare delle giornate, il momento della sua definitiva esplosione appare sempre dietro l’angolo: potrebbe darlo un posto da titolare inatteso (fin qui è accaduto solo due volte, contro Napoli e Frosinone), o un gol (come quello contro il Chievo) capace di chiamare la svolta. Ma è la delusione, ad oggi, a prendersi tutta la scena. O perlomeno la sua parte più centrale, quella che indirizza gli animi dei tifosi e condiziona umori e motivazioni.
Zaza, in Torino-Parma 1-2 ancora una delusione
Contro il Parma il copione si è ripetuto uguale a se stesso, ancora una volta: esclusione in avvio a scapito del duo Falque-Belotti, ingresso senza squilli nella ripresa. Un fallo di voglia e grinta per dare il benvenuto alla partita, poi un sanguinoso pallone perso a causa del quale il Parma ha sfiorato il tris. In avanti solamente due spunti: un tap-in mancato dopo una conclusione di Berenguer respinta centralmente da Sepe, un colpo di testa agguantato con i tempi giusti, ma sprecato con un tocco fuori misura. Mazzarri lo butta dentro in un 4-4-2 tutto proteso in avanti, a due minuti dal fischio di ripresa di Massa, ma dopo aver meditato a lungo di lanciarlo già nel primo tempo, quando ancora i granata erano sotto di due. Poi era arrivato il bolide di Baselli che ha rimandato tutto dopo la pausa.
Zaza, ora la sosta per ritrovarsi. E Mazzarri…
Zaza aveva la voglia che traspariva dal viso, dalle movenze e dalla velocità con cui si è messo in regola per entrare. La voglia di spaccare tutto, di trovare finalmente quella centralità accantonata – per ora – a scapito del ruolo di gregario. Però ce lo aveva detto un grande bomber come Rolando Bianchi, appena una settimana fa: “Se hai la voglia di spaccare il mondo e poi non ti riesce è ancora peggio”, era una fotografia della situazione dell’altro puntero granata, Belotti, ma è perfettamente adattabile a quella del lucano. Che a tre mesi dal suo arrivo a Torino è ancora fuori dalla sua dimensione. Ora ci sarà la sosta, da trascorrere al Fila con il Gallo, Iago Falque e un Mazzarri che ha promesso fuoco e fiamme. Chissà che la miccia non possa definitivamente scattare, e che l’ennesima attesa non riesca a trovare un epilogo felice.
“più atteso” da chi?!? Strano che un fuoriclasse del genere non incanti…mavafangulovah!
Si è proprio uno di loro
Zaza non è uno di noi. per ora è semplicemente evidente. Delusione profonda per chi ama il Toro. Solita scusa per altri per attaccare i soliti noti.
No no. È proprio uno di voi.