L’approfondimento / Il decreto “Cura Italia” sospende i canoni degli affitti degli stadi fino al 31 maggio: cosa cambia per il Torino
Il Torino, per ora e fino almeno al 31 maggio, non dovrĂ versare la quota del canone d’affitto previsto per l’utilizzo dello stadio “Olimpico Grande Torino”. E’ questa, una delle agevolazioni previste dal Governo per aiutare il sistema calcio a reggere l’impatto dell’emergenza coronavirus. L’impianto, ovviamente, non è utilizzato dal club nĂ© per allenamenti nĂ© per partite di Serie A, a causa delle restrizioni per contenere il contagio. Dunque il Toro sospenderĂ il pagamento al Comune – ente proprietario – e recupererĂ la cifra mancante, stando all’attuale normativa, entro il 30 giugno 2020 o mediante un massimo di cinque rate a partire sempre da giugno.
Il decreto “Cura Italia”: cosa dice sugli affitti degli stadi
Il riferimento va ricercato all’interno del Decreto “Cura Italia” (in vigore dal 17 marzo scorso), che all’articolo 95 riporta: “Sono sospesi, dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino al 31 maggio 2020, i termini per il pagamento dei canoni di locazione e concessori relativi all’affidamento di impianti sportivi pubblici dello Stato e degli enti territoriali”.
Attualmente l’affitto del “Grande Torino” costa al club granata un totale di 500.000 euro annui. La cifra sarĂ alla fine versata per intero, a meno di successivi interventi legislativi, sebbene una parte di questi (con approssimazione su base mensile si tratterebbe di circa 83.000 euro) potrĂ godere della sospensiva fino a giugno.
Il risparmio per la societĂ di Cairo, insomma, non ci sarĂ . Potrebbe invece arrivare quello derivante dalla mancata necessitĂ di gestione straordinaria – di cui si fa carico il Toro, come nel caso del rifacimento del manto erboso -, ma ciò si verificherebbe nei fatti solo qualora la stagione non dovesse terminare. E a quel punto il guadagno sarebbe risibile se rapportato ai mancati introiti da botteghino e diritti tv.
Caso Filadelfia: la Fondazione non è un ente pubblico
Detto dello stadio, resta aperta la questione Filadelfia. Attualmente il Torino versa 205.000 euro l’anno per l’affitto dell’impianto che ospita allenamenti e partite della Primavera. Ma a chi? Alla Fondazione Stadio Filadelfia, un soggetto privato a partecipazione pubblica (ne fanno parte Comune e Regione).
Operando come ente di diritto privato – si rimanda qui agli art. 1 e 3 bis dello Statuto – non è toccata dalla sospensiva imposta dal Governo. E dunque potrĂ ragionevolmente continuare a richiedere il canone previsto entro i termini stabiliti. A meno che non prenda diversi accordi con il Toro, che non scende sui campi del Fila dall’11 marzo e potrebbe anche pensare di richiedere una modifica degli accordi tuttora in vigore.
