L’ex calciatore della Juventus Vincenzo Iaquinta è stato condannato a due anni di carcere nel processo di ‘ndrangheta “Aemilia”. 19 anni al padre
Due anni a Vincenzo Iaquinta, diciannove al padre Giuseppe. E’ questo il primo esito del processo “Aemilia” sulle infiltrazioni di ‘ndrangheta nel nord Italia. L’ex calciatore della Juventus e della Nazionale campione del Mondo nel 2006 è stato condannato per reati relativi al possesso di armi, ma senza l’aggravante mafiosa ipotizzata dall’accusa (che aveva chiesto 6 anni). Il padre, invece, paga il reato di associazione mafiosa. “Vergogna, ridicoli”, hanno commentato i due nell’aula bunker di Reggio Emilia mentre ancora il dispositivo era in corso di lettura.
Iaquinta: “Io condannato perché calabrese”
Iaquinta si poi ulteriormente sfogato al termine della seduta: “Il nome ‘ndrangheta non sappiamo neanche cosa sia nella nostra famiglia. Non è possibile. Mi hanno rovinato la vita sul niente, perché sono calabrese, perché sono di Cutro. Sto soffrendo come un cane per la mia famiglia e i miei bambini senza aver fatto niente, ma io ho vinto un Mondiale e sono orgoglioso di essere calabrese. Noi non abbiamo fatto niente perché con la `ndrangheta non c’entriamo niente”.
https://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/cronaca/video/processo-aemilia-iaquinta-1.4271785, video straziante , una vittima della giustizia.
Comunque, al netto di questo processo, due anni comminati ad ognuna delle persone che si è avvicinata al gobbodromo rappresenta il minimo della pena.
Sto provando a capire che c’entra “ma io ho vinto un mondiale”. È un alibi?
Insomma dai se uno vince un mondiale…
Pena ridotta.
😂😂😂😂