Crediamo tutti nel miracolo, ma nelle prime tredici partite il Toro ha avuto una media da squadra in lotta per salvarsi: davvero non si poteva fare di più?
Cosa dobbiamo ancora vedere? A cosa dobbiamo ancora assistere? Questo è un Torino che sembra essere inghiottito da se stesso: giocatori (tranne qualche eccezione) come figuranti, partite che sembrano film dalla trama scontata, pubblico che crede sempre meno che qualcosa possa cambiare. Per non parlare poi delle curve ormai alla mercè dei tifosi ospiti: anche ieri la Primavera è diventata terreno di scontro, per fortuna senza gravi conseguenze. Ieri, ma non ne avremmo sentito il bisogno, la prestazione con l’Inter è stata la dimostrazione lampante che a Brescia non è risorto nessuno e che questa squadra (sopravvalutata?) questo campionato non lo ha mai cominciato davvero.
Eppure questa è la stessa squadra che, parola del presidente Cairo, sarebbe stata “difficile da migliorare”. Difficile perché già forte, era il senso di una frase che oggi suona beffarda. Difficile perché per farlo sarebbe stato il caso di spendere bene, diciamo noi oggi. E anche di puntare su risorse che si trovano già in casa: quanto è deleterio bruciare giocatori come Edera e Parigini (e non sono i primi, né saranno gli ultimi), non riuscire a dare in prestito Millico? (Quanto è assurdo osservare che altrove i talenti di casa vengono apprezzati e valorizzati?). E sarebbe stato anche il caso di concordare gli acquisti con l’allenatore, di costruire un Toro solido in ogni reparto, di non partire soltanto con quattro mediani se poi la squadra gioca sempre con tre centrocampisti (altro che 3-4-3). Di non pensare che Belotti sia eterno e indistruttibile perché poi, come è successo ieri, senza il Gallo (e senza una soluzione alternativa che non può essere il solo Zaza) l’attacco non funziona. Forse qualcuno ha pensato che Meité fosse il nuovo Pogba, che con San Sirigu la squadra l’avrebbe scampata, che la difesa da record dello scorso anno si sarebbe ripetuta.
Forse i campanelli d’allarme sono stati ignorati: le sirene inglesi per Izzo, la voglia di cambiare aria di Nkoulou. Forse molti di loro hanno pensato di essere più bravi di quello che la realtà racconta: non siamo stati solo noi a pensare che lo fossero davvero. E forse chi aveva il compito di migliorare un Toro che deve vivere e non sopravvivere ha pensato che andasse bene così. E via, un altro anno è passato.
cominciamo per favore con l’esonero dell’allenatore? e poi vediamo come procedere?questa rosa secondo me può fare molto meglio…. per favore liberaci di mazzarri.
Invece è facilissimo da migliorare… basta solo che ti togli dalle *alle!
Che strano Leccadentro, ha una azienda che durante la settimana trascura ma alla domenica gli dedica anima e core…. 🤔