Parola innanzitutto al Giudice Sportivo, che può disporre il rinvio di Lazio-Torino evitando subito ai granata il 3-0 a tavolino e la penalizzazione

Il martedì grottesco di (fu) Lazio-Torino finirà davanti a un giudice. La partita, ieri, non si è giocata. Non poteva essere altrimenti, visto che i granata erano bloccati in isolamento da un provvedimento dell’Asl territoriale, inviolabile fino alle 23.59 del 2 marzo, per un focolaio di variante inglese che ha prodotto otto contagiati tra i calciatori. Eppure dalla presidenza (Dal Pino) e dal Consiglio della Lega di Serie A la linea è rimasta inspiegabilmente rigida: nessun rinvio. I biancocelesti di Inzaghi si sono così presentati all’Olimpico e con loro gli arbitri. Tutto surreale. Ma non unico, perché la vicenda – per quanto andato in scena in campo – è una replica di ciò che è avvenuto allo Stadium il 4 ottobre 2020: Juventus pronta a giocare, Napoli bloccato in Campania dall’Azienda Sanitaria Locale che temeva l’esplosione del contagio. Ripercorrendo le tappe giudiziarie che seguirono quella (non) partita si può iniziare a capire cosa accadrà adesso. Anche se le differenze sono molte, e potrebbero anche evitare al Toro di subire la sconfitta a tavolino, che non è automatica ma passa da una prima sentenza del Giudice Sportivo.

Palla a Mastrandrea: può evitare il 3-0 e il -1 al Torino

Dopo aver rinviato la decisione di una settimana, il giudice Gerardo Mastrandrea si era espresso su Juventus-Napoli il 14 ottobre: 3-0 a tavolino in favore dei bianconeri e un punto di penalizzazione agli azzurri. “Gli atti delle Aziende sanitarie delineano un quadro che non appare al Giudice affatto incompatibile con l’applicazione delle norme specifiche dell’apposito Protocollo sanitario Figc”, si leggeva nelle motivazioni.

E già qui si può marcare una differenza rispetto al caso di Lazio-Torino. Se la decisione dell’Asl di Napoli era giunta a ridosso della partenza per il Piemonte della squadra di Gattuso, quella dell’omologo torinese è nota da tempo. A 24 ore dalla partita, il direttore del Dipartimento di Prevenzione Roberto Testi dichiarava: “Il 23 febbraio abbiamo disposto una quarantena domiciliare per tutto il gruppo squadra del Torino di almeno sette giorni e ribadisco che la quarantena di quel gruppo durerà fino alla mezzanotte di martedì 2 marzo”.

L’articolo delle norme Figc che dà ragione al Toro

Lega e Asl Città di Torino sono entrate in contatto negli ultimi giorni: è da vedere se i documenti trasmessi dall’azienda sanitaria all’organo di giustizia sportiva saranno sufficienti per evitare il 3-0 a tavolino. Il dispositivo dell’Asl prescriveva la quarantena per il gruppo guidato da Davide Nicola. Dovrebbe essere questa, la causa di forza maggiore che secondo l’articolo 55 delle NOIF (le norme organizzative interne della Figc) consente a una squadra di non presentarsi ad un incontro programmato. Mastrandrea potrebbe così disporre autonomamente il rinvio della partita – ricevuto apposito reclamo da parte della società di Cairo – già venerdì. E questo accorcerebbe notevolmente i tempi per rimettere in calendario la sfida dell’Olimpico. Magari già in quel 7 aprile che, da indiscrezioni del fine settimana, era il giorno più probabile per il recupero. Data da escludere, invece, se si passasse per un iter giudiziario più lungo.

(Continua a pagina 2)

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ultimo aggiornamento: 03-03-2021


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GD ( 0.3ini : i migliori alleati di Cairo)

solo in Italia servono leggi, 3 tribunali (!!) per 3 sentenze per dichiarare una cosa ovvia: gente infettata, o che è stata a stretto contatto con infettati, non può andarsene a zonzo a suo piacimento

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