Parte IX / L’ex magistrato: “Le incongruenze dell’inchiesta sono clamorose ed evidenti, di rispetto delle garanzie processuali neanche l’ombra”

È stato giusto revocare al Torino il suo primo scudetto? Ci fu veramente la combine nel derby con la Juventus? Sono queste le due principali domande che ci siamo posti all’inizio della nostra inchiesta su quel titolo vinto novant’anni fa dai granata, poi tolto pochi mesi dopo. Abbiamo provato a ritornare al 1927, alla pensione di piazzetta Madonna degli Angeli, al Filadelfia e nel palazzo del potere del calcio a Bologna. Abbiamo ricostruito gli avvenimenti, anche attraverso a quanto scritto dai giornali dell’epoca e abbiamo conosciuto i protagonisti della vicenda: dal dirigente del Torino Guido Nani al terzino della Juventus Luigi Allemandi, passando per il presidente della FIGC Leandro Arpinati, lo studente Francesco Gaudioso e il giornalista Roberto Ferminelli. Nonostante il dettagliato excursus storico, è risultato però impossibile dare una risposta netta, inconfutabile, alle domande che inizialmente ci siamo posti e che anche ogni tifoso granata si sarà fatto.

“Arpinati non avrebbe mai potuto essere smentito da alcuno, meno che mai da se stesso in corso d’opera (a parte che nelle dittature l’accusa deve sempre, immancabilmente, avere ragione e vincere). Le incongruenze dell’inchiesta sono clamorose ed evidenti. Il teste chiave (Francesco Gaudioso, ndr) è un ragazzo senza arte né parte, sempre squattrinato (ma poi, all’improvviso, baciato da una qualche fortuna che lo copre di soldi, dicono le titolari della pensione in cui abitava), che si contraddice e cambia versione un’infinità di volte”. A dirlo (sia pure in un quadro che comprende anche riserve sul merito della vicenda) è il più autorevole cuore granata in materia giuridica: Gian Carlo Caselli. Quello evidenziato dall’ex magistrato, nonché autore della prefazione del libro di Massimo Lunardelli “Indagine sullo scudetto revocato al Torino nel 1927”, è solo uno dei tanti aspetti poco limpidi della vicenda. “Di rispetto delle garanzie processuali neanche l’ombra, anzi lo scempio più assoluto – continua Caselli – imputati condannati senza mai essere stati interrogati, quindi senza mai essersi potuti difendere; interrogatori svolti senza l’ombra di un difensore e con ostinato rifiuto di esibire atti e documenti fondamentali”. Per riottenere quel titolo di Campione d’Italia perso nell’autunno di novant’anni fa, il Torino farà leva proprio su questo: sul processo mai avvenuto e su una sentenza che gli ha tolto uno scudetto senza che nessun dirigente, fatta eccezione per il reo confesso Nani, abbia potuto provare a difendersi.

Forse è stato tutto un piano architettato da Arpinati per favorire il suo Bologna. Forse Nani è stato truffato da Gaudioso, che si è intescato le 25.000 lire. Forse la combine è realmente avvenuta ma il corrotto non è Allemandi o magari è proprio il terzino campione del Mondo nel ’34: a novant’anni di distanza dai fatti di quel campionato, con tutti i protagonisti della vicenda ormai morti da diverso tempo, sembra non essere possibile ricostruire con esattezza quanto avvenne e, allo stesso modo, nemmeno scagionare o condannare con la massima sicurezza il Torino. L’unica certezza è che la società granata ora si sta battendo per riavere quel tricolore e cancellare quel “revocato” accanto alla voce “scudetto 1926/1927”: sarà ora compito della Federazione dare delle risposte alle domande poste all’inizio e mettere la parola fine ad una delle più oscure e misteriore pagine del calcio italiano, oltre che dell’ultracentenaria storia del Torino.

Parte I – L’inchiesta / Torino, lo scudetto revocato del 1927: cosa è ufficialmente accaduto

Parte II – L’inchiesta / Scudetto del ’27, dal fascista Arpinati al bianconero Allemandi: i protagonisti

Parte III – L’inchiesta / Lo scudetto revocato del 1927: Toro-Juve, il derby dello scandalo

Parte IV – L’inchiesta / Scudetto revocato del 1927: scoppia lo scandalo

Parte V – L’inchiesta / Scudetto revocato del 1927: campionato falsato? Sì, ma da Arpinati

Parte VI – L’inchiesta / Lo scudetto revocato del 1927: le confessioni e la sentenza, senza un processo

Parte VII – L’inchiesta / Lo scudetto revocato del 1927: nessuno ha mai visto la prova che inchioda il Toro

Parte VIII – L’inchiesta / Lo scudetto revocato del 1927: dalla promessa a Novo fino a Cairo, i tentativi di riaverlo


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contegranata
contegranata
6 anni fa

Certe risposte sono rimaste sepolte nelle tombe degli attori protagonisti della vicenda. Lasciamo perdere per non fare figure meschine. Mi ripeto: a 90 anni di distanza è assurdo cercare giustizia. Pareva fosse aperto un fascicolo 40 anni fa, dopo la conquista del nostro 7° scudetto. Invece, non se ne fece… Leggi il resto »

Lovi
6 anni fa
Reply to  contegranata

Cosa cambiava 40 anni fa? Erano passati 50 anni….

The Maroon Reflex (Vittore-Torino)

Caro Andrea PIVA MI AVVEDO ORA CHE NEL SUO ARTICOLO IL LIBRO È CITATO. QUONDI MI SCUSO PER LE MIE AFFRETTATE CONCLUSIONI. DEVO UN APERITIVO. PERÒ RIBADISCO IL DOVERE DI INTERVISTARE LUNARDELLI. PER TUTTA LA COMUNITÀ GRANATA POTREBBE ESSERE INTERESSANTE. ANCORA SINCERAMENTE SCUSA E FORZA TORO SEMPRE. PS Come vede… Leggi il resto »

The Maroon Reflex (Vittore-Torino)

Chissenefrega di uno scudetto antico. Però gente granata. Studiamo il nostro passato. Altrimenti non avremo futuro… vi invito a leggere…. tutto ciò che è storia di Toro e di Torino… FORZAVECCHIO❤GRANATA

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