Il numero 49 granata nella partita contro la squadra di Alvini è stato uno dei pochi a offrire qualche spunto interessante
Il Toro nella penultima prova del 2022 non ha convinto del tutto, anche a causa dei diversi giocatori fermi in infermeria. Nell’amichevole contro la Cremonese che ha disputato di fronte al proprio pubblico, ha rimediato solamente un pareggio per di più a reti inviolate e di conseguenza senza grandi emozioni. Sicuramente, Ivan Juric in primis, ci si aspettava molto, ma molto di più da parte dei granata. In casa Toro tra le cose o meglio tra chi bisogna salvare dalla partita contro i grigiorossi c’è Nemanja Radonjic. Il trequartista ex Olympique Marsiglia tra i granata è stato quello che ha messo in mostra più giocate interessanti, ma non solo. È risultato anche il più pericoloso, soprattutto nella prima frazione di gioco. Comunque il numero 49 granata non lo si scopre di certo grazie all’amichevole Torino-Cremonese, infatti già nella prima parte della sua esperienza all’ombra della Mole ha messo in mostra le sue qualità tra cui primeggiano il livello di fantasia e l’abilità in fase di copertura. Adesso Radonjic non vorrà certamente fermarsi e cercherà di continuare a percorrere la strada intrapresa avendo acquisito da poco un bagaglio di esperienza davvero importante, ovvero quello dei Mondiali in Qatar.
Radonjic: per chiudere al meglio il 2022 bisogna fare bene anche a Monza
Per continuare a fare bene e soprattutto per chiudere al meglio il 2022 Radonjic ha messo nel mirino l’ultima amichevole dell’anno e cioè quella che i granata disputeranno contro il Monza mercoledì 28 dicembre. Quella sarà un’altra ottima occasione per il serbo classe 1996 per dimostrare a Juric di voler tornare il Radonjic che aveva stupito tutti nella prima parte della stagione, a partire dalla ripresa del campionato dove la squadra di Juric affronterà l’Hellas Verona. Squadra che si presenterà allo stadio Olimpico Grande Torino con il coltello tra i denti, dato che occupa l’ultimo posto in classifica.
Radonjic è un ottima ala. Ma ormai, a forza di trequartisti, quinti e braccetti, è cambiato il lessico, e non solo quello. Eppure le ali sono sempre decisive con le loro abilità specifiche, che non sono quelle degli ex terzini che corrono come dei matti lungo le fasce: trovatemi un… Leggi il resto »
commento molto condivisibile
I Lentini, come i Claudio Sala e oggi i nomi da te citati, erano e sono quelli che con un dribbling e la conseguente superiorità numerica creata, facevano saltare il banco (la difesa avversaria)
Radonjic è quello che una volta veniva denominata ala e basta, Vlasic è un giocatore più completo, gioca sulla trequarti ma può anche stare più arretrato. Sono giocatori con caratteristiche molto differenti.
Il vero problema è che davanti manca una punta
a me non è che mi sia gran che piaciuto,certo se poi nella ripresa mette Vojvoda a pestare la sua mattonella e lui leggermente più accentrato,come altre volte sparisce,quel poco che sa fare lo fa partendo dalla linea laterale