Un grande inizio, ma a Vanoli non può bastare. La sua è un’ambizione contagiosa che può condurre al sogno innominabile
Un primo grande riconoscimento per Paolo Vanoli, dal suo approdo nel pantheon degli allenatori di Serie A. Giusto tre mesi e dodici giorni fa, disputava il secondo round della finale playoff alla guida del suo Venezia contro la Cremonese. Il risultato di 1-0 lo aveva premiato con la promozione in massima serie. Sarebbe stato pretenzioso, poi, all’esordio da capo allenatore, pensare di trovarsi in testa alla classifica, affrontando squadre come Milan e Atalanta, costruendo un gruppo in grado di resistere a forze esterne che avrebbero potuto indebolirlo. Vanoli, invece, è riuscito a superare le avversità, e ora l’elezione a miglior tecnico del mese di agosto è il giusto premio per un lavoro che non va dato per scontato o ridotto al normale corso degli eventi, e che ora proietta il Toro, alla ripresa del campionato, con presupposti che garantiscono di non lasciare nulla di intentato.
Le idee chiare fin da subito
Vanoli è un uomo ambizioso, e lo ha dimostrato fin da subito, a Pinzolo, quando è stato presentato al fianco del presidente Cairo. “La mentalità non si compra al mercato, ma si costruisce attraverso il sacrificio” o ancora “Chi ha mentalità va a cercare la pressione; cercare di alzare l’asticella come allenatore significa ricercare quella fame. La pressione indica una mentalità vincente”, una mentalità che si costruisce anche partendo da qualche passo falso, da dove è obbligatorio reagire. Durante l’estate, Vanoli ha conosciuto la sconfitta, contro quella Cremonese che gli generava bei ricordi. Ma da quel momento la squadra è cresciuta costantemente. Già nelle due uscite francesi si vedeva che qualcosa bolliva in pentola, e al rientro in Italia, il Toro è letteralmente esploso. Prima il test vincente contro il Cosenza, in Coppa, poi il 2-2 da mangiarsi le mani a San Siro. Non male però per un esordiente in A, uscirne indenne dai riflettori del Meazza, no? “Quando vieni a Milano e fai una prestazione del genere, e non riesci a portare a casa i tre punti, un po’ di delusione c’è“.
Niente alibi, abbasso alla mediocrità
Il mister non si accontenta mai di poco, è lampante. “Bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno”, ha aggiunto nella notte meneghina, trasudando ottimismo, la miglior medicina possibile. E probabilmente ha pensato lo stesso quando gli è arrivata la notizia della cessione lampo di Bellanova. Avrebbe avuto tutto il diritto di lamentarsi, di sentirsi in qualche modo tradito e di pensare che non ci fossero i presupposti per costruire un progetto ambizioso. Avrà perso fiducia nella società, ma non nel suo lavoro. La risposta?“La cessione di Bellanova non deve essere un alibi”, perché la sua missione è chiara e coinvolge tutti, dai giocatori alla dirigenza: “Mi dà fastidio la mediocrità. Ho detto a tutte le componenti di questa società di avere più coraggio”.
Vanoli, il messaggio alla squadra
Il coraggio si è visto il giorno successivo a tali dichiarazioni, contro l’Atalanta, in una vittoria che vale doppio, vista l’atmosfera che serpeggiava attorno al terreno del Grande Torino. Poi, il ritorno dove la Serie A l’ha vista solo di sfuggita, per una notte, tra i canali festanti: a Venezia, per una sfida ostica, in un campo ostico. I tifosi granata si saranno sorpresi di essere riusciti a portare a casa i tre punti in un tipo di appuntamento che di solito rischiava di far perderne due, se non l’intera posta. Ma non lì, non in Laguna: “A Venezia mi conoscono, guardo in alto, sono ambizioso. Ma soprattutto, ho visto un Toro che ha conquistato la vittoria pur soffrendo; questo deve entrare nella nostra testa, perché fa parte della storia del nostro club”. Ieri, nell’intervista rilasciata alla Lega Serie A, un’altra dichiarazione di intenti: “Io sogno sempre qualcosa di grande”, e di pari passo devono farlo anche i ragazzi. “Voglio che loro sognino, perché il sogno bisogna saperlo realizzare piano piano”. Il sogno, a metà settembre, è innominabile. Ma è evidente, anche se viene da Venezia, che galleggiare soltanto non faccia proprio per lui.
L’unica cosa certa è che Vanoli è molto più bravo, intelligente ed educato del suo predecessore… questo basta e avanza. CAIRO VATTENE.
Buongiorno, mi trova molto d’accordo. Cairo andersen e a mai più
Ciao Tonio.
Per domenica stiamo pensando quasi tutti alla stessa cosa che si ripete puntualmente per partite come queste.
Vedremo .
Potrebbe essere un tabù già sfatato dato che col Venezia abbiamo segnato in extremis e il risultato più giusto era un pari. Però, forse, per sfatare un tabù ci vogliono almeno 3 controprove. Vedremo. Al momento, per questa annata, l’unico tabù sfatato è quello degli sciocchi menagrami come Pallottoliere77 che… Leggi il resto »
Grande Mister